Sono ormai anni che vengono discriminati i grassi nell’alimentazione eppure vi svelerò un segreto…fanno più male i carboidrati e vi spiegherò il perché.

Questi possono arrecare danni clamorosi, possono addirittura distruggere il cervello.

E anche i cosiddetti carboidrati sani, come i cereali integrali, possono causare demenza, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, epilessia, ansia, mal di testa cronici, depressione, calo della libido e molti altri mali…

Durante lo scorso secolo siamo passati da una dieta ad alto tenore di grassi ma basso di carboidrati a quella odierna, a basso tenore di grassi e alto di carboidrati, composta essenzialmente da cereali e altri carboidrati dannosi e basta vedere le statistiche di insorgenza di diabete nei paesi occidentali per capire che qualcosa non ha funzionato.

Il mio più sincero consiglio è quello di ridurli al minimo indispensabile. Molti di voi potrebbero essere colti dal panico al pensiero di perdere gli amati carboidrati e mi rendo conto che per alcuni abbandonare pane, pasta, pasticcini e la maggior parte dei dessert (tra le altre cose) sarà difficile. Cambiare è difficile. E cambiare abitudini di vecchia data è ancora più difficile.

Spesso mi viene chiesto innanzitutto: «Cosa diamine mangerò?». Alcuni si preoccupano di come reagiranno all’astinenza da zucchero e grano e all’insaziabile fame di carboidrati. Si immaginano di nutrire desideri incontrollabili cui non riusciranno a resistere. Temono la reazione del corpo ad un’inversione a U nell’alimentazione e si domandano se sia davvero fattibile nella realtà, visto che la forza di volontà non fa parte del loro vocabolario. Ebbene, lasciate che sia il primo a dire che sì, tutto questo è possibile. Dovete solo compiere il primo passo e sperimentarne gli effetti. Prevedo che in pochi giorni, o giusto un paio di settimane, penserete con più lucidità, dormirete meglio e avrete più energie. Soffrirete meno di mal di testa, affronterete con disinvoltura lo stress e vi sentirete più felici, magari vincerete anche qualche grande SLAM se siete tennisti ( leggete l’autobiografia di Novak Djokovic e capirete perché).

Il glucosio – la principale fonte di energia per la maggioranza delle cellule – ha scarseggiato per quasi l’intera esistenza della nostra specie, spingendola a sviluppare modi per immagazzinarlo e a convertire altre sostanze in glucosio. All’occorrenza, il corpo è in grado di sintetizzarlo da grassi o proteine attraverso un processo denominato gluconeogenesi, che tuttavia richiede più energia della conversione di amidi e zucchero in glucosio, una reazione più semplice.

Le cellule sane e normali sono caratterizzate da un’elevata sensibilità all’insulina, ma quando sono esposte senza sosta a livelli elevati di insulina in conseguenza di una continua assunzione di glucosio (in buona parte dovuto a un eccessivo consumo di alimenti ipertrasformati pieni di zuccheri raffinati, che fanno impennare i livelli di insulina oltre un limite salutare), le nostre cellule si adeguano riducendo sulla loro superficie il numero di recettori che reagiscono all’insulina.

L’assunzione cronica di carboidrati in eccesso provoca infiammazione generalizzata ed è ormai da tempo che i ricercatori individuano nell’infiammazione la pietra angolare di tutte le patologie degenerative, cerebropatie incluse!

La buona notizia è che con le nuove tecniche mediche e strategie alimentari si può tenere sotto controllo il proprio destino genetico anche se si è nati con una tendenza naturale a prendere peso. A questo scopo dovrete liberarvi di alcuni miti a cui tante persone continuano ad aggrapparsi.

I due principali sono:

1) una dieta ad alto contenuto di carboidrati e povera di grassi fa bene

2) il colesterolo fa male (soprattutto l’LDL)

l’LDL infatti non è affatto né buono né cattivo, è semplicemente cosi’ come deve essere.

Purtroppo però quando le molecole di glucosio si legano all’LDL lo ossidano e ne cambiano la forma della molecola stessa, rendendola meno utile e aumentando al tempo stesso la produzione di radicali liberi. Queste inoltre si attaccano alle pareti dei piccoli vasi (le coronarie per esempio) ed ossidandosi sempre più crescono in volume che con il tempo può occludere il vaso provocando il cosi’ detto INFARTO.

Dovremmo fare tutto il possibile per ridurre non necessariamente i livelli di LDL, bensì il pericolo di ossidazione di questa proteina da parte del glucosio circolante.

Quindi Il nemico non è l’LDL: i problemi si verificano quando una dieta ricca di carboidrati produce LDL ossidate e porta a un maggiore rischio di aterosclerosi. Inoltre, se e quando diventa una molecola glicosilata, l’LDL non riesce a fornire il colesterolo alle cellule del cervello e la funzione cerebrale ne risente.

Infine vi dirò anche che non serve a nulla dosare il colesterolo LDL quando si fanno le analisi del sangue poiché paghereste una cosa che non conta assolutamente nulla. Utile infatti sarebbe dosare l’LDL ossidato o la Apolipoproteina APO-B che viene considerata un indicatore molto più affidabile del colesterolo LDL in circolazione.

Un saluto,

Dr. Gianmarco Paganini